10 aprile 2012
Finalmente una giornata di sole e di tepore primaverile regalatoci ancora una volta contro ogni previsione metereologica; ne abbiamo ovviamente approfittato e siamo andati a Monte Sole.
Siamo partiti da Gaggio alle 9 del 10 aprile con le macchine di don Angelo, Alessandro e Maria. Un’ora dopo eravamo a Sperticano - foto -, la prima tappa della nostra giornata. Qui abbiamo visitato la chiesa e don Angelo ci ha raccontato la vita di don Giovanni Fornasini, il parroco originario di Pianaccio che morì, come altri parroci della zona, nei giorni del 1944 che videro la strage nazifascista perpetrata in questi luoghi.
Don Giovanni era nato a Pianaccio il 23 novembre 1915 e ucciso il 13 ottobre 1944 a San Martino di Caprara ; dopo la guerra, a lui è stata data la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Era stato ordinato sacerdote nel 1942 e poi mandato in questa parrocchia dove aveva svolto molte attività pastorali e anche aperto una piccola scuola per i contadini del luogo e i loro figli, anche con la collaborazione di diverse insegnanti qui sfollate dalla città.
Il giovane sacerdote fu vicino ai partigiani della Brigata "Stella Rossa" e, durante l'occupazione, difese la popolazione inerme dalle angherie dei nazisti. Con i suoi coraggiosi interventi, don Fornasini salvò la vita a molti dei suoi parrocchiani. Proprio qui a Sperticano le SS fissarono il loro quartier generale. Ci sono testimonianze sugli scontri verbali avuti da don Fornasini in occasione dei festeggiamenti per il compleanno di uno dei comandanti in cui erano state coinvolte come “divertimento” per la serata le ragazze del luogo. Il giorno seguente il parroco fu accompagnato a San Martino di Caparra dove intendeva dare sepoltura ai morti nonostante i divieti nazifascisti, ma qui fu percosso e ucciso. Il suo cadavere verrà ritrovato dopo il 21 aprile 1945 e sepolto nella chiesa di Sperticano, dove si trova ancora oggi.
Dopo questo racconto abbiamo pregato sulla tomba di don Fornasini. Mentre percorrevamo le vie
di questo piccolo borgo, e per il resto della giornata, don Angelo ci ha chiesto di provare a immaginare la vita dei nostri coetanei a quel tempo, mettendoci nei loro panni e poi siamo ripartiti
per Casaglia. - foto -Qui si trovano i resti della chiesa di santa Maria Assunta e don Angelo ci ha raccontato la storia di un altro parroco, don Ubaldo Marchioni, che qui ha trovato la morte.
Don Ubaldo era nato il 19 maggio 1918 a Vimignano di Grizzana; ordinato sacerdote il 28 giugno 1942 e trasferito a San Martino di Caprara nel 1944. Morì il 29 settembre 1944. Dopo aver celebrato la Messa a San Martino don Ubaldo era salito a Casaglia per rassicurare i suoi parrocchiani. Mentre pregava con loro fecero irruzione le SS che fecero uscire tutti per condurli al vicino cimitero. Una donna, Vittoria Nanni, che non riusciva a camminare a causa di problemi fisici fu uccisa all’interno della chiesa. Non si hanno precise testimonianze su com’è morto don Marchioni. Il suo corpo carbonizzato (i nazisti diedero fuoco alla chiesa) fu ritrovato disteso ai piedi dell’altare e poco lontano si trovava la pisside crivellata di colpi. Si suppone che il sacerdote fosse tornato indietro per consumare le ostie ed evitarne la profanazione.
Ci siamo quindi recati al cimitero di Casaglia dove abbiamo letto la lapide presente sul muro esterno e poi siamo entrati. Qui le circa 80 persone partite dalla chiesa furono ammassate davanti alla cappella di cui ci sono ancora i resti, furono posizionate due mitragliatrici agli angoli del cimitero e poi i nazisti fecero fuoco, mirando prima in basso per essere certi di uccidere anche i bambini.
In questo cimitero si trova anche la tomba di Giuseppe Dossetti, il quale partecipò alla Resistenza, fece parte della DC e della Costituente da cui fu scritta la nostra Costituzione. Lasciata definitivamente l’attività politica nel 1956 Dossetti, che era già Terziario Francescano, pronunciò dei voti religiosi dopo che, pochi mesi prima, le autorità ecclesiastiche avevano dato la loro approvazione alla regola della comunità monastica della "Piccola Famiglia dell'Annunziata", da lui fondata e basata su "silenzio, preghiera, lavoro e povertà". Proprio qui a Monte Sole si trovano ancora oggi una comunità maschile e una femminile e proprio nel monastero delle suore abbiamo, nel pomeriggio pregato davanti alla pisside di Santa Maria di Casaglia, che qui viene conservata ancora oggi.
Dossetti partecipò anche al Concilio Vaticano Secondo (1962-1965) come segretario del Cardinal Lercaro (cardinale di Bologna) negli anni Sessanta. Morì nel 1996 e fu sepolto proprio qui a Casaglia.
Don Angelo ci ha spiegato anche che la D.C. (Democrazia Cristiana) era un partito politico di ispirazione cattolica nato in clandestinità nel 1942 dopo il forzato scioglimento del Partito Popolare Italiano (PPI) da parte del fascismo nel 1926 (i fascisti avevano infatti vietato la costituzione di partiti e associazioni, come l’Azione Cattolica, che non fossero direttamente collegati al partito fascista) che rimase attivo fino al 1994.
Siamo quindi scesi, percorrendo un bel sentiero in mezzo al bosco, a Cerpiano - foto - . In questa piccola frazione si trovavano una casa, un oratorio e una sacrestia. Qui esisteva un asilo. Qui i nazifascisti radunarono i bambini e gli adulti presenti e massacrarono tutti. All’esterno di ciò che resta dell’oratorio c’è una lapide con l’elenco dei nomi e delle età delle vittime; qualcuno di noi col pallino della matematica ha calcolato che l’età media era di 29 anni.
Nei prati vIcino all’oratorio di Cerpiano abbiamo mangiato e giocato - foto - a calcio, a pallavolo e … abbiamo fatto anche la piramide umana - foto -!
Alla fine abbiamo fatto un ultimo gioco-riflessione - foto -: ci siamo divisi in due gruppi, uno doveva immaginare di essere formato da ragazzi del 1944 e formulare 4 domande per i ragazzi d’oggi, l’altro doveva immaginare di fare 4 domande ai ragazzi del 1944. Ci siamo divertiti, ma sono anche saltate fuori molte cose: la vita dei nostri coetanei allora era molto più dura; contrariamente a noi preferivano andare a scuola perché la ritenevano utile e perché era meglio dei duri lavori che facevano; che avevano molta nostalgia e paura per i genitori, in particolare i papà, lontani e di cui non sapevano niente; che avevano molte più responsabilità di noi.
Alle 15,30 abbiamo dovuto rimetterci in strada per tornare a casa.
È stata una giornata molto divertente e piacevole perché siamo stati insieme tra noi e abbiamo avuto la possibilità di conoscere cose nuove (alcuni di noi non erano mai stati in questi luoghi). Questa giornata ci ha però anche dato la possibilità di riflettere sulle cose che sono accadute qui circa 70 anni fa; si tratta di una parte della nostra storia. Abbiamo anche avuto odo di immedesimarci nei ragazzi di quell’epoca rendendoci conto di quanto siamo più fortunati di loro e di chi vive le situazioni tragiche e drammatiche della guerra.